Nuovo allestimento per otto sale della Galleria degli Uffizi dedicate al secondo Quattrocento. Preceduta da un importante intervento di adeguamento impiantistico, l’operazione è stata possibile grazie alla donazione di 600mila euro da parte della maison Salvatore Ferragamo, utilizzata per il programma di interventi per il rinnovo delle sale dalla n. 25 alla 32 all’inizio del terzo corridoio del museo.
Alla presentazione sono intervenuti il direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, il presidente del Gruppo Ferragamo, Ferruccio Ferragamo, e la responsabile del Dipartimento Pittura del Medioevo e primo Rinascimento del museo, Daniela Parenti. Le sale dalla 25 alla 32 della Galleria degli Uffizi – che nell’ultimo ventennio del XVI secolo ospitavano la fonderia medicea – con le già recuperate sale 33 e 34 formano una sorta di piccola “U” che origina e termina all’inizio del terzo corridoio; prima dei lavori queste ospitavano dipinti del ‘500 fiorentino, veneto, emiliano e lombardo, da Michelangelo a Lorenzo Lotto. Seguendo il criterio di recupero degli ambienti esistenti attraverso l’adeguamento impiantistico, sono stati intrapresi interventi di diversa natura riguardanti il trattamento dell’aria (climatizzazione), la sicurezza (sensori, barriere a raggi infrarossi, telecamere), il rifacimento dell’impiantito dove necessario e il rinnovamento dell’illuminazione. L’intervento nelle otto sale, svoltosi fuori dal contesto dei lavori per la realizzazione dei Nuovi Uffizi, ha riguardato un’area museale la cui precedente ristrutturazione risaliva a poco più di 20 anni fa, cioè in seguito all’esplosione della bomba di via dei Georgofili che danneggiò maggiormente proprio quest’ala del complesso vasariano.
Come spiega Antonio Godoli, progettista e direttore dei lavori architettonici, “le operazioni di recupero hanno interessato una delle zone più antiche degli Uffizi, ovvero la parte verso l’Arno con la Fonderia (luogo dove si elaboravano preparati alchemici) e con l’Arsenale dov’era una sterminata congerie di oggetti d’interesse naturalistico e antropologico come animali imbalsamati, fossili, mummie egiziane; tutto ciò fin verso la fine del ‘700, quando, vuotate le stanze, si cominciò ad esporvi i dipinti. Gli ambienti, ora dotati dei più avanzati sistemi impiantistici per la migliore conservazione e fruibilità delle opere, per precisa scelta, hanno mantenuto l’aspetto delle sale da museo tradizionale beaux arts, con lucernari al centro dei soffitti”.
Riprendendo il colore che caratterizza gli ambienti degli Uffizi con opere del Quattrocento, a partire dalle sale numero 6 (con l’Incoronazione di Lorenzo Monaco) e 7 (con l’Adorazione dei magi di Gentile da Fabriano) e poi la ‘saletta’ di Mantegna e Bellini, anche dalla 25 alla 32 è il verde il denominatore comune, come il direttore Antonio Natali ha più volte sottolineato, ispirato dalle pitture di artisti quattrocenteschi come Paolo Uccello e Beato Angelico.
Curato dal direttore medesimo e da Daniela Parenti, il nuovo allestimento prevede l’esposizione di 43 opere (42 dipinti e una scultura) in rappresentanza della pittura della seconda metà del XV secolo.
Il percorso si apre, nella sala 25, con le opere di due protagonisti nella pittura fiorentina del secondo Quattrocento, Alessio Baldovinetti e Domenico Ghirlandaio. Il tondo con l’Adorazione dei Magi eseguito da quest’ultimo per i Tornabuoni nel 1487 campeggia dove fino a non molti mesi fa stava il Tondo Doni di Michelangelo; per la bottega del Ghirlandaio transitò del resto il giovane Buonarroti, seppure egli ne denigrasse il magistero. Emerge dai depositi la tavola raffigurante la Giustizia di Biagio d’Antonio, esempio di arte civica i cui emblemi ne ricordano l’originaria appartenenza alla Magistratura del Sale.
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